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Il Resto del Carlino

 

 

La Stella Rossa di Monte Sole - Giampietro Lippi

Ed. Ponte Nuovo – Aprile 1989

 

Pag 245

 

Il RESTO DEL CARLINO dell'11 ottobre potè final­mente scrivere:

                                                                                                       Le solite voci incontrollate, prodotto tipico di ga­loppanti fantasie in tempo di guerra, assicuravano fi­no a ieri che nel corso di una operazione di polizia contro una banda di fuori legge, ben centocinquanta fra donne, vecchi e bambini erano stati fucilati da truppe germaniche di rastrellamento nel comune di Marzabotto.

Siamo in grado di smentire queste macabre voci e il fatto da esse propalato. Alla smentita ufficiale si ag­giunge la constatazione compiuta durante un apposito sopraluogo. E' vero che nella zona di Marzabotto è stata eseguita una operazione di polizia contro un nu­cleo di ribelli il quale ha subito forti perdite anche nelle persone di pericolosi capibanda, ma fortunata­mente non è affatto vero che il rastrellamento abbia prodotti la decimazione e il sacrificio nientemeno che di centocinquanta elementi civili.

Siamo dunque, di fronte a una nuova manovra dei soliti incoscienti destinata a cadere nel ridicolo perché chiunque avesse voluto interpellare un qualsiasi one­sto abitante di Marzabotto o, quanto meno, qualche persona reduce da quei luoghi, avrebbe appreso l'au­tentica versione dei fatti (187).

Nazario Sauro Onofri, giornalista e storico d'ispirazione socialista, registra a tal proposito:

Molti anni dopo, quando chiesi a Giorgio Pini — che era stato direttore del giornale in quel periodo — il perché di quel trafiletto, mi disse che, su richiesta di Fantozzi, aveva assunto informazioni presso am­bienti tedeschi, compreso il suo vecchio amico von Halem. Quando questi gli diede la versione menzognera che aveva già fornito al prefetto, incaricò un redat­tore di scrivere il trafiletto famigerato che avrebbe dov­uto tranquillizzare la popolazione.

“Oggi — mi disse Pini — il contrasto tra quel comu­nicato e la realtà che si è saputa poi, è tale che la cosa mi mette a disagio” (188)

Agostino Grava, segretario comunale di Marzabotto, il quale non si era sentito di chiudere gli occhi di fronte a tale scempio, fu drasticamente minacciato di arresto qualora avesse continuato a propagare "di­chiarazioni esagerate".

 

 

 

   

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