TERRITORIO E AMBIENTE
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- Scritto da Stefano
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LA VIA CRUCIS DI MONTE BONZARA
Il 5 Aprile del 2014 si è celebrata la tradizionale ricorrenza della Via Crucis sul Monte Bonzara. Per l'occasione ho realizzato un video che riproduce (quasi integralmente) l'evento.
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Il Monte di Bonzara, storia e leggende
Nel 1934 Pietro Beghelli, di Ronca, decise di costruire una croce sulla cima del Monte di Bonzara (1). E la costruì all’interno del perimetro dell’antica rocca, a pochi metri dall’ingresso della grotta che, secondo la leggenda popolare, ospiterebbe le fate, e sbucherebbe sul Monte di Vignola.
Pietro Beghelli di Ronca foto tratta dall'opuscolo di Iannini |
Il crocefisso posto sul monte da Beghelli (prima del restauro) |
Il crocefisso dopo il restauro ora verniciato di bianco) |
Sabato 5 Aprile 2014, a 80 anni di distanza si è svolta la tradizionale processione della Via Crucis, organizzata dal parroco di Monte San Giovanni don Giuseppe Salicini, e con la partecipazione di mons. Giovanni Silvagni.
La via Crucis di Monte Bonzara è composta da 14 “stazioni” (costruzioni in muratura con una cripta che un tempo conteneva immagini sacre, ora rimosse da atti vandalici, e quindi sostituite con immagini su carta), disposte lungo un percorso a tratti ripido e roccioso che dalla strada bianca porta sulla cima del monte. Il rito della processione è molto suggestivo, per diversi motivi: l’ambiente, le caratteristiche dei partecipanti, le parole declamate dai sacerdoti, i canti, le letture dei testi. Infine il punto di arrivo sulla cima, con la grande croce riverniciata di bianco, installata sui resti delle antiche mura di una rocca medioevale, ed il discorso conclusivo di mons. Silvagni che sottolinea il piacere di essere assieme, anziani, giovani e bambini in una esperienza comune di canto, ascolto e riflessione, ma anche di spensierata attività rituale. Poi, a valle, prima del ritorno al parcheggio, per tutti vi è un piacevole rinfresco con aperitivi e antipasti.
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Stazione della Via Crucis sul Monte Bonzara |
Una fase della processione del 5 Aprile 2014 |
Il rinfresco |
Il Monte di Bonzara è alto 595 m, e sulla cima ha ospitato in passato una rocca; Calindri, che la visitò alla fine del 1700, ne descrive i resti in modo dettagliato, e citando fonti storiche ne fissa la data di costruzione intorno alla fine del 1200 (2).
C’è qualcosa di magico sul monte di Bonzara ? A sentire i racconti degli abitanti della zona certamente sì. Infatti la leggenda popolare raccontava di fate che vivevano nelle grotte che dal Monte di Bonzara si sarebbero addentrate nel sottosuolo per tornare ad uscire sul monte di Vignola, alla distanza di circa 3,5 km.
Mia madre, classe 1926, che ha abitato per lungo tempo a Luminasio, racconta ancora che:
“La gente diceva che a Vignola c’erano le fate, e che stavano dentro alle caverne del Monte di Vignola. Si diceva che alla notte si vedessero delle luci, ed alle volte dicevano che al mattino presto venivano fuori per raccogliere le lenzuola che avevano steso alla notte. Dicevano anche che quelle caverne si estendevano sotto al monte e saltavano fuori nel monte di Bonzara. Perchè anche lassù c’è un buco, e dicevano che era l’uscita di quelle caverne là.”
Questo racconto popolare è riportato anche da Augusto Martelli nel libro “MONGARDINO storia e leggenda nell’Appennino bolognese”, edito da Overseas Bologna 1973 (fino a poco tempo fa l’infopoint di Sasso Marconi era ancora in grado di procurarne una copia).
ingresso della leggendaria grotta (oportunamente chiusa con tronchi di legno per ridurre rischi di incidenti |
I Monti Bonzara e Vignola visti da Google Earth |
Panorama dal Monte Bonzara |
A proposito delle stesse fate mia madre ricorda anche che:
“Poi dicevano che a volte queste fate mettevano un paiolo sulla strada in una posizione isolata dove non c’erano case vicine, per esempio in cima a Crocetta, e che passando a mezzanotte, in una notte particolare, quando c’erano queste fate con il paiolo, che facevano bollire delle cose, chi fosse riuscito a gettare una corona per il rosario dentro al paiolo le fate sarebbero sparite, ed il paiolo pieno di cose preziose sarebbe rimasto lì.”
Una cosa certa è che sul Monte di Bonzara l’apertura per la caverna è all’interno della antica rocca, e sul Monte di Vignola nel periodo medioevale vi era un altro castello. Inoltre la fenditura nella roccia dalla quale si accederebbe alla grotta sul Monte di Bonzara, punta direttamente verso la cima del Monte di Vignola.
1) opuscolo in PDF distribuito in occasione dell'80°: Iannini dell'Accademia del Samoggia
2) Un pò di storia dal Calindri: Bonzara e San Chierlo
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